Brescia traccia la strada con il convegno italiano sul mondo del Bitcoin

Bisogna prender atto che tra il mondo del Bitcoin e quello dei cittadini, delle aziende e delle istituzioni c’è ancora una grande, se non addirittura enorme, distanza. A esserne consapevoli sono innanzitutto i membri della community che di tale tecnologia hanno fatto non solo il proprio business ma anche il punto di partenza del cambio di paradigma della società.

«In Italia, così come a Brescia, siamo indietro sulla comprensione della calibro rivoluzionaria di Bitcoin, che proprio quest’anno compie 15 anni, in tutti gli ambiti del vivere umano» spiega Valerio Dalla Costa, ingegnere di Darfo Boario Terme che proprio nel paese camuno ha aperto Villaggio Bitcoin, realtà che si pone l’obiettivo di avvicinare i cittadini e soprattutto le aziende, «a partire dalle Pmi», a questa realtà che si regge sulla tecnologia blockchain. «La nostra idea è far parlare i vari mondi con quello di Bitcoin – conferma Dalla Costa -, e per fare ciò abbiamo anche lanciato un progetto che ha le sue fondamenta sull’importanza dell’informazione».

L’11 maggio 2024 Brescia ospiterà infatti, nell’auditorium della Camera di Commercio di via Einaudi 23, il Bitcare Forum, conferenza nazionale dedicata in modo specifico proprio alla galassia Bitcoin (l’anno scorso a Iseo) e che richiamerà alcuni tra i massimi esperti italiani del settore. «Tra gli speaker (30 quelli attesi ndr) ci sarà anche il sindaco di Lugano, città dove è attivo un importante progetto con alla base Bitcoin, Michele Foletti – annuncia Dalla Costa -, estendo anche l’invito alla prima cittadina di Brescia Laura Castelletti».

Pmi

Questo forum, che si svolgerà proprio nel cuore sussultante dell’economia bresciana e cioè in Camera di Commercio, vuole essere come una mano tesa verso la società, per togliere quell’alone di mistero che ancora ammanta il mondo della moneta virtuale e insieme «mostrarne le potenzialità – sottolinea l’ingegnere camuno -. Si pensi per esempio alle imprese: ai nostri clienti consigliamo di aprire portafogli aziendali in Bitcoin, di integrarlo nei sistemi di business utilizzandolo come opzione di pagamento e inquadrandolo come asset a bilancio. Questo permette di diversificare il portafoglio, di attenuare i rischi legati all’inflazione o alla crisi sistemiche. Lo consideriamo infatti oro digitale».

E Villaggio Bitcoin, che alla nascita coppia anni fa si chiamava Bitcoin Village «e ha cambiato reputazione proprio per rimarcare la volontà di dialogo con il territorio italiano», si sta muovendo proprio nella direzione di «parlare con le persone e con le imprese – spiega Dalla Costa -. Per noi è perciò importante avere una sede fisica sul territorio, anche se la grande maggioranza dei nostri clienti provengono dal resto d’Italia e ci contattano online».

Informazione

L’azienda, che attualmente è formata da un team di sei persone «destinato nel breve ad ampliarsi» e che offre servizi di consulenza, corsi per privati e per aziende e materiale divulgativo, si propone quindi di fare cultura su Bitcoin: «Non siamo interessati alla parte finanziaria – precisa -, ma a quella tecnologica». Un format che a detta di Dalla Costa si sta dimostrando vincente «tant’è che ci è stato proposto di aprire un franchising, sebbene questa non sia al momento una nostra priorità».

Resta il fatto enunciato in apertura, la frattura istruttivo c’è «e spetta a noi ricomporla. Siamo infatti convinti che questa sia una tecnologia davvero rivoluzionaria e, per quanto giovane, già il presente del nostro mondo. Lo dimostrano i grandi investimenti in giro per il mondo fatti dalle aziende di diversi settori, lo conferma il fatto che la consapevolezza sta crescendo in modo sano, dal basso, in linea con la natura stessa di Bitcoin».

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