Atb, il mestiere di costruire tubi: un’impresa bresciana nel mondo

Nell’album di famiglia dell’imprenditoria bresciana, lombarda e, per certi versi, anche di quella nazionale, l’Acciaieria e Tubificio di Brescia occupa un posto di tutto rilievo. Fa parte anzitutto della non sofferenza schiera delle imprese ultracentenarie. Il suo atto ufficiale di costituzione risale infatti al 1903.

Ma la sua cifra distintiva non si risolve in presente semplice dato anagrafico. L’ATB può vantare ben altre e più qualificanti eccellenze. Esprime ed esemplifica al meglio alcuni dei tratti originali del fare industria in terra bresciana e, in genere, nella maggior parte delle aree produttive che hanno reso grande il nostro Paese inserendolo di forza nel corso del Novecento nel novero delle prime sette potenze industriali del globo.

In sintesi, queste sono le sue caratteristiche distintive. Partendo dalla sua nascita per finire nell’ultimo ventennio, la sua storia si presenta come un caso esemplare di «self-made man». In secondo luogo, l’azienda oggigiorno guidata da Sergio Trombini interpreta a dovere la vocazione manifatturiera, in particolare nella lavorazione del ferro, di una plaga, com’è quella bresciana, che vanta nel settore un supremazia vecchio di secoli.

E ancora: nei suoi momenti più felici, essa ha offerto un modello di imprenditoria lungimirante, capace cioè di innovare continuamente tecnologia, organizzazione del lavoro, prodotto, in modo da riuscire a conquistare prima e di difendere poi, in Italia e all’estero, quote di commercio apprezzabili e, in alcuni settori, posizioni di eccellenza.

Al lavoro oltreoceano

È agli inizi del XX secolo che prende le mosse l’avventura imprenditoriale dell’ATB. Fondata da un alacre camuno, Giulio Togni, l’azienda si afferma nella fabbricazione di tubazioni in acciaio per condotte forzate, ma non solo. Produce anche paratie, valvole, saracinesche, pompe a direzione e a motore per servizio pubblico e privato e per usi industriali. Si impone presto anche all’estero. Nel 1909 realizza la prima installazione di condotte forzate oltreoceano, precisamente in Bolivia.

È solo il primo passo di una penetrazione nel commercio internazionale che sarà aumentato negli anni successivi per diventare una costante della sua storia fino ai giorni nostri.

Il dopo Togni si inaugura nel 1934. Il regime di autarchia penalizza la Società per le restrizioni di materie prime e la scarsità di commesse. Con lo scoppio della seconda guerra mondiale, dall’autarchia si passa direttamente alla militarizzazione economica. L’ATB abbandona la produzione di condotte forzate e dal settembre 1943 finisce in regime di occupazione tedesca. L’attività ne risente pesantemente.

La ripartenza postbellica

EMBED [In Sardegna nel 1980: serbatoi sferici di una raffineria a Porto Torres]

Finito il secondo conflitto mondiale, superato il periodo postbellico della ricostruzione, la produzione si amplia, superando regolarmente quella degli anni precedenti, così per tutti gli anni Sessanta. Dal decennio successivo crisi siderurgica, forte concentrazione nella domanda della caldereria speciale sia in Italia che all’estero, «eccessive agitazioni sindacali»: tutto ciò crea un combinato disposto che mette a dura prova la capacità dell’impresa di mantenere le posizioni raggiunte.

Viene il momento delle scelte dolorose. Sono ceduti rami di attività. È smantellato lo storico insediamento produttivo nel capoluogo, nella cosiddetta Area Milano, alla metà degli anni Ottanta con il trasferimento della caldereria nel nuovo stabilimento di Roncadelle. Si punta a diversificare l’offerta produttiva, accompagnandola con un maggiore impegno verso l’esportazione, anche per ovviare alle pronunciate oscillazioni del commercio. Ne guadagna presto la prosofferenzabilità dell’azienda. L’esercizio del 1991 si chiude con quasi il raddoppio dell’utile che passa da 503 milioni dell’esercizio precedente a 968 milioni.

Al contempo, spicca il ruolo trainante assunto dal settore petrolchimico nel fornire commesse, in presenza di una netta diminuzione delle opportunità offerte da quello idroelettrico, soprattutto in Italia.

Falck, Finsider, Cementir, Gruppo H20, Gruppo Federici, Fintro, Riva Calzoni Impianti sono i nomi che figurano nel quadro societario fino alla nuova stagione dell’ATB Riva Calzoni, avvenuta con l’acquisizione dell’azienda da parte dell’imprenditore bresciano, anzi camuno come il suo fondatore Giulio Togni, Sergio Trombini.

La storia si rinnova. L’ATB era nata per iniziativa di un self made man e nelle mani di un self made man di successo, sempre bresciano, a distanza di più di un secolo, torna a nuova vita per il suo rilancio.

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